Mestieri del Cinema: Andrea Giomaro, tecnico degli effetti speciali
Il mestiere che vi presentiamo oggi è l'affascinante professione del tecnico di effetti speciali, un lavoro che necessita di precisione, immaginazione e grande manualità. Un mestiere appassionante che fa sognare giovani e adulti e che contribuisce a rendere i film "vivi" e coinvolgenti. Andrea Giomaro, di Fossombrone, in provincia di Pesaro e Urbino, ha più di 25 anni di esperienza in questo settore e ci racconta la sua storia in questa intervista.
Come si arriva a diventare un tecnico degli effetti speciali?
Posso rispondere in due modi: come lo sono diventato io e come si può fare oggi. Io lo sono diventato più di 25 anni fa, quando non era nato neanche Google, in un mondo, quindi, totalmente diverso rispetto a quello in cui viviamo noi oggi! Per quanto riguarda me, il tecnico degli effetti speciali non è un mestiere ma un modo di essere... mi spiego meglio: sin da bambini giochiamo con pongo, gesso, colori, ci piacciono i dinosauri e guardare la tv. Ecco, io che sono rimasto lì con la testa: ho completamente saltato le altre fasi, quelle del motorino, delle ragazze, degli sport, delle trasgressioni adolescenziali… non mi sono mai interessato tanto di questi argomenti, mentre sono sempre stato attratto dal mondo del fantastico, dell’evasione, a tinte humor o dark.
Quindi scrivevo, disegnavo, scolpivo, coloravo, costruivo. Il modo migliore e più completo di mettere in campo tutte queste attività era il cinema. Quale bambino oggi non fa dei filmati se gli si da un cellulare? Ecco, io da piccolo giravo filmati in pellicola 8mm e quando mi sono cresimato ho preteso come regalo una videocamera. Un pò alla “Dawson Creek”. Per me il cinema e gli effetti speciali sono stati sempre un pensiero fisso, quindi quando mi sono ritrovato ad avere un’età in cui è necessario fare una scelta per il futuro ho trovato la scuola perfetta per me: l’Accademia Europea degli Effetti Speciali diretta dal tre volte premio oscar Carlo Rambaldi.
A scuola ho studiato make-up speciale, computer grafica, storia del cinema, regia, montaggio e fotografia. Al termine del percorso mi sono diplomato col massimo dei voti e poi mi sono subito buttato nel campo del lavoro… come? “Bazzicando” l’ambiente c’è sempre qualche produzione, da quelle amatoriali alle produzioni piccolissime e indipendenti che hanno bisogno di servizi senza poter spendere troppo… e quindi arrivavo io e facevo esperienza. Non appena sono stato un pò sicuro delle mie capacità ho fatto vedere i miei lavori a diverse ditte che già lavoravano nel campo e una ditta di Milano mi ha dato la possibilità di collaborare ai primi progetti seri. Grazie a quell’occasione ho fatto gavetta e mi sono fatto il curriculum.
Nel frattempo continuavo a girare e ad accumulare esperienze, fino a quando sono stato pronto per affrontare certi lavori anche da solo. Ovviamente non in concorrenza con gli amici di Milano… lavoretti più piccoli, ma che crescevano in numero ed importanza.
Ancora oggi dopo quasi 30 anni lavoro saltuariamente con quella ditta di Milano perché ogni lavoro richiede diverse competenze e maestranze… ecco io sono uno dei tecnici freelance disponibili sul mercato con più esperienza. A volte mi chiamano, a volte mi propongo, a volte cerco di capire chi ha bisogno in determinati periodi… sempre con orecchie dritte e testa bassa.
E questo è stato così per me, un percorso molto graduale.
Qual è il progetto che ti ha entusiasmato di più?
Il progetto che mi ha entusiasmato di piu? Ovviamente l’ultimo: ho curato un’esposizione di statue di mostri mutuati dal mito e dal cinema. Poi ho creato e gestisco il mio museo dei Riciclosauri e ora mi entusiasma il mio canale YouTube dove parlo di cinema a modo mio.
Cosa vorresti suggerire ai giovani che vogliono intraprendere la professione?
Oggi insegno anche ai ragazzi all’Accademia internazionale di Cinema, ma i tempi sono ben cambiati. Oggi c’è internet, ci sono 1000 corsi, ci sono materiali specifici e fornitori specifici. Una volta non c’era tutto questo. Adesso basta partire da un corso come quelli che tengo io, ovviamente ce ne sono molti e quindi è anche facile “beccare la sola”, capitare male, ma tanto non ci si può aspettare di iniziare a lavorare seguendo un corso di uno o due mesi, è un mestiere che richiede parecchio tempo e dedizione.
Nel frattempo è nata una community su Internet che organizza una fiera di settore e dei workshop ogni anno e quindi entrare anche in quel giro aiuta molto ai fini di un inserimento nell’industria.
Inoltre coi voli low-cost è facile anche andare a fare dei corsi all’estero, ce ne sono alcuni che altro non sono che vivai per produzioni giganti, dove si preparano i giovani per diventare trainee e quindi ti ritrovi dei ventenni con poca esperienza che possono vantarsi di aver lavorato a “filmoni” come “Harry Potter” o “The Avengers”, mentre per me ci vollero anni, anzi decenni. Lo trovo senz’altro un buon trampolino di lancio.
Se dovessi dare dei consigli sarebbero pochi ma li ritengo comunque buoni:
Non lavorano i più bravi ma i più seri. Essere seri vuol dire puntualità, pulizia, dedizione, precisione a volte anche abnegazione ovviamente se hai passione è tutto più sopportabile e naturale ma con mia sorpresa ho scoperto non essere necessaria. In questo campo oggi più di ieri si cercano professionisti non “artistoni“, anzi avere delle velleità o comunque non saperle tenere a bada può rivelarsi controproducente.
Raccontaci una curiosità o un momento particolare che hai dovuto affrontare durante la realizzazione di un film
Qualche tempo fa avevo iniziato a girare un film a Roma, Città del Vaticano, con Ridley Scott (film che non è mai uscito) e l’ho l’ho fatto infuriare. Ora vi racconto perché…
La scena incriminata riguardava il Papa mentre dava l’ostia a un fedele che invece di mangiarla addentava il dito del Pontefice staccandoglielo, con conseguente scena splatter che avrei dovuto creare io. Preparo la protesi, i tubicini e tutto quello che occorre: il dito pretagliato doveva essere incollato, non agganciato con i magneti. Ma dopo l’applicazione il dito non aderiva correttamente alla mano dell’attore. Come fare?
Avevo quindi deciso di risolvere con il silicone. Il supervisore del reparto trucco invece mi aveva proibito di mettere il silicone perché altrimenti il dito, a suo parere, non si sarebbe mai staccato, suggerendomi di continuare con la colla. Io, visto che il problema continuava, ho deciso invece di fare di testa mia e di metterci una puntina di silicone.
Il set era allestito in una chiesa antica, l’attore indossava un costosissimo vestito per replicare le vesti d’oro e broccato del Papa, Ridley Scott stava girando con tre macchine da presa e al ciak l’attore che interpretava il fedele, per la troppa enfasi della scena, ha completamente staccato la protesi che avevo applicato, causando un vera e propria inondazione di sangue finto che fece arrabbiare tantissimo Ridley Scott. Alla fine la scena venne salvata e io mi scagionai perché il problema non era stato il silicone ma il morso troppo impetuoso dell’attore che azzannò il dito finto non dove era stato predisposto il taglio, ma alla base della mano strappando via tutto.
Da quel momento ancora oggi penso e preparo le scene di sangue finto con molto attenzione, perché sono senza dubbio fra le più delicate da realizzare!
Biografia e riconoscimenti
Andrea Giomaro ad oggi ha al suo attivo più di 100 collaborazioni tra produzioni cinema, teatro, tv. Anche prima del termine degli studi Giomaro matura diverse esperienze lavorative e ottiene numerosi riconoscimenti nel mondo della grafica pubblicitaria, del cinema indipendente, del teatro e della televisione. Subito dopo il diploma Giomaro inizia a collaborare con le più grandi realtà degli effetti speciali nel panorama nazionale italiano soprattutto nell’ambito degli spot pubblicitari. Dal 1998 al 2002 è fondatore e presidente della ditta di effetti speciali Logicalart ( che si aggiudica il premio migliori effetti speciali al Fantafestival di Roma) con la quale inizia a lavorare nel mondo del cinema.
Nel corso degli anni Giomaro partecipa a prestigiosi e premiati progetti affiancando i più noti e rappresentativi personaggi dello spettacolo tra i quali: Sophia Loren, Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Maurizio Crozza, John Turturro, Christian De Sica, Rupert Everett, Elio Germano, Pier Francesco Favino, Paola Cortellesi, Giancarlo Giannini, Monica Bellucci, Fabri Fibra, Elio e le Storie Tese, Virginia Raffaele, Achille Lauro, Lillo e Greg, Monica Bellucci, Fabio De Luigi e molti altri. È inoltre truccatore speciale per diverse trasmissioni come: Colorado, Le Iene, Quelli che il calcio e Sanremo. Giomaro collabora con molti celebri registi tra i quali: Ridley Scott, Pupi Avati, Michele Soavi, Franco Zeffirelli, Paolo Sorrentino, Giuseppe Patroni Griffi, Matteo Garrone, Matteo Rovere, Gabriele Mainetti, Christian De Sica, Danny Boyle, Dario Argento, Francesca Archibugi, Michele Sollima, Daniele Luchetti, Angelina Jolie e tanti altri.
Numerose le produzioni a cui partecipa tra cui: Indivisibili, Il Nome della Rosa, Prometheus, Trust, Ben-Hur, Primo Re, New Pope, a Classic Horror Story, 18 regali, l’Alienista, La Befana (1-2), Volevo Nascondermi, Adagio, Mimì il principe delle tenebre, Comandante, Dante e tanti altri.
Fra i suoi progetti più importanti, nel 2015 è responsabile degli stampi prostetici per Makinarium di Leonardo Cruciano per il film “Il Racconto dei Racconti” di Garrone vincitore del David di Donatello proprio per gli effetti speciali.
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