Il mestiere di cui vi parliamo oggi è un lavoro per cui passione e dedizione sono gli ingredienti principali, e anche , aggiungiamo, tanta tanta pazienza. Ecco per voi l'intervista alla parruccaia Silvia Brandoni, di Recanati, che vanta un'esperienza quasi ventennale nella realizzazione di parrucche di scena.
1) Com’è nata la passione per il lavoro di parruccaia?
Il lavoro di parruccaia è nato per caso. Lavoravo in una fabbrica di elettronica della zona, ma ad un certo punto ho deciso di cambiare vita, quindi contemporaneamente frequentavo il corso di truccatore per lo spettacolo presso l’accademia Nazionale del Cinema di Bologna per poter realizzare il mio sogno, quello di lavorare per il mondo dello spettacolo. Lavorando come truccatrice a Spoleto in occasione della rassegna operistica del “Festival dei Due Mondi”, esplorando dietro le quinte, mi sono imbattuta nel fantastico mondo delle parrucche e dei posticci. Da subito ho capito che quella era la mia strada. Poi, sono andata a lavorare al Teatro dell’Opera di Roma come truccatrice e lì ho avuto la possibilità di imparare l’arte del parruccaio. La sera truccavo per gli spettacoli e di giorno studiavo e sperimentavo il più possibile nel laboratorio di realizzazione parrucche e posticci del teatro. Non e’ un lavoro semplice, ci vuole tanta pazienza e determinazione.
La prima volta che un attore ha indossato una mia parrucca ho provato un’emozione incredibile. Dentro di me c’era una voce che con orgoglio e soddisfazione diceva: “L’ho fatta io!” e in quel preciso istante ebbi la conferma che quella era davvero la strada giusta per vivere il mio sogno. Con il tempo mi sono poi specializzata in questo mestiere affinando sempre più le varie tecniche di lavorazione e ora, in modo scherzoso, mi definisco “la sarta della testa” perché, proprio come si fa con un abito, prendo le misure, disegno il modello e poi realizzo la parrucca.
2) Esistono dei corsi o delle scuole da frequentare per specializzarsi?
Quando ho iniziato questo percorso si poteva imparare il mestiere solo nei laboratori. Oggi, invece, ci sono scuole che offrono un percorso di studio dedicato al mestiere di parruccaio, master specializzati e in molti corsi per la formazione di truccatori e parrucchieri per lo spettacolo sono stati aggiunti ai programmi didattici moduli sulla realizzazione e applicazione di parrucche e posticci proprio per dare agli studenti una conoscenza lavorativa e una preparazione più ampia. Lavoro come insegnante in varie scuole e accademie, ma non è semplice trasmettere tutte le conoscenze di questo mestiere perché la specializzazione in questo settore, essendo un lavoro artigianale e creativo, si acquisisce stando sul campo. Ovviamente ci sono tante possibilità lavorative anche all’estero dove questa professione è molto più sviluppata. Una volta acquisita una certa padronanza questa professione si può anche svolgere anche da freelance.
3) Qual è stato il tuo progetto più difficile? E quello che ti ha reso più felice? Raccontaci qualche aneddoto
Ce ne sono stanti tantissimi in 17 anni di professione e ogni volta è sempre una sfida perché lavoro con le teste delle persone e siamo tutti diversi. Te ne racconto alcuni. Per il film “Zoolander 2”, era una delle prime volte che lavoravo con attori stranieri di un certo livello di notorietà, ho realizzato le parrucche per alcuni dei personaggi: Owen Wilson (Hansel McDonald), una vera sfida dovendo ricreare perfettamente i suoi capelli naturali, sia nella lunghezza che in tutte le sue sfumature; Will Ferrell (Jacobim Mugatu); ma la parrucca più bella e che più mi ha messo a dura prova è stata quella per il cane di Mugatu. Durante le riprese del film mi arriva una richiesta urgente: realizzare una parrucca per questo cagnolino, ovviamente finto, uguale a quella del suo padrone, Mugatu. Sono rimasta di stucco. La parrucca doveva essere consegnata il giorno successivo e non c’era tempo per la preoccupazione, dovevo portare a termine il lavoro. All’improvviso mi si è accesa una lampadina: ho preso due piccoli bigodini e li ho appoggiati su una mentoniera, ho montato e cucito il tulle sulla forma che avevo creato per realizzare la struttura di base e poi ho cominciato ad impelare ad uncinetto. Avere in mano questa mini parrucca mi suscitava una tenerezza tale che ancora oggi la ricordo come una delle mie più grandi emozioni, anche perché avevo ideato e realizzato una cosa, seppur piccola, ma di una grande importanza. Ma le soddisfazioni le ho tutti i giorni. Ad esempio quando in prima serata su Rai uno vedo andare in onda tutte le parrucche realizzate con le mie colleghe per il programma “Tale e Quale Show”. Anche in questo caso è sempre una corsa contro il tempo per portare a termine le consegne, ma commentarle con loro durante la trasmissione ripaga tutta la fatica. Un altro aneddoto riguarda la parrucca di Sergio Castellitto per il film “Il più bel secolo della mia vita”. Era agosto e avevo deciso di passare le ferie nella mia casa a Recanati per rilassarmi un po’.
Il giorno prima della partenza mi chiama un truccatore che mi chiede, con una certa urgenza, se potevo realizzare la parrucca. Nella mia testa mi dicevo “Silvia no! Devi riposare, devi staccare, vai al mare”. Alla fine ho detto “Si! Quando iniziamo?”. Questo non ha cambiato i miei piani. Sono partita per Recanati con la valigia in una mano e la mia testa di legno nell’altra. Ho passato le ferie rilassandomi sul terrazzo di casa mentre con l’uncinetto annodavo i capelli. Questo mestiere non è facile e come tutti i lavori artigianali ha alle spalle tanta fatica fisica, ma soprattutto mentale, ma alla fine, quando vai al cinema e vedi il tuo lavoro sul grande schermo, ogni fatica si alleggerisce, ogni pensiero negativo svanisce e proprio in quel momento che questo mestiere diventa Amore.
4) Cosa consiglieresti a i giovani che vogliono intraprendere questa professione nelle Marche?
Il mio consiglio è quello di non demoralizzarsi perché i risultati in questo lavoro si riscontrano nel tempo e con grandi soddisfazioni. È importante creare legami lavorativi tra i colleghi parruccai e tutte le maestranze dello spettacolo, specialmente con i truccatori, i parrucchieri e costumisti. Ma questo mestiere apre le porte anche a persone più grandi e mature perché non c’è limite d’età, soprattutto se si è creativi e se ci si vuole mettere in gioco.
Concludo ringraziando le “Marche Film Commission” per l’opportunità, tramite questa intervista, di far conoscere questo lavoro così creativo e di nicchia. Con la speranza di portare nella nostra regione laboratori e nuovi posti di lavoro. Far conoscere questa maestranza così nascosta, ma così fondamentale per il mondo dello spettacolo e purtroppo anche per la quotidianità, è per me un risultato davvero importante. Che sia spettacolo o la quotidianità, davanti uno specchio, questo mestiere strappa sempre un sorriso, sia per la trasformazione buffa, simpatica, inquietante oppure spettacolare, ma il più delle volte anche perché ritroviamo e rivediamo un’altra volta noi stessi .
Biografia e riconoscimenti
Silvia Brandoni e’ una parruccaia per lo spettacolo. Realizza parrucche e posticci per Il cinema , il teatro e la televisione. Silvia Brandoni è anche truccatrice professionale nell’ambito del teatro, cinema, televisione, moda, trucco d’epoca, effetti speciali; creatrice di parrucche d’epoca e stile moderno, toupé, barbe, baffi e favoriti; manutenzione di parrucche e posticci. Dopo aver conseguito il diploma di truccatrice presso l’Accademia Nazionale Del Cinema di Bologna nel Febbraio 2006 ha svolto numerosi corsi di perfezionamento fra i quali trucco semi permanente, nail art, acconciatura e aerografia. Avendo maturato una lunga esperienza di parruccaia per il teatro dal 2017 svolge l’attività di consulente parruccaia per il cinema per produzioni internazionali quali “Zoolander 2”, “Penny Dreadful – III stagione” e italiane come il recente “Il più bel secolo della mia vita” con Sergio Castellitto e Valerio Lundini. Si occupa anche di televisione, in questi mesi sta curando con il suo team tutta la realizzazione delle parrucche per il talent “Tale e Quale show”.
Marche Film Commissionper il sostegno al cinema e all’audiovisivo
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